“Abbiamo esitato un po’ prima di presentare la mozione di sfiducia perché francamente sul piano politico più lei rimane a fare il Ministro e più chance abbiamo noi di vincere le prossime elezioni europee. Sono membro commissione °8, e da qualche giorno anche capo gruppo. Si è presentato alla commissione solo il 31 luglio: due mesi dopo l’insediamento tenendo di fatto in ostaggio la commissione. Abbiamo scoperto solo allora quello che aveva in mente: che le opere pubbliche, in generale, fossero un problema per lei che rappresenta appieno il pensiero del Movimento 5 Stelle. Sulle grandi opere siete stati chiarissimi sin dall’inizio. Una decina di pagine delle 45 del suo intervento in commissione verteva sulle ciclo vie. La verità è che sono spariti gli investimenti. Nel 2001 la legge obiettivo che secondo lei ha stimolato la corruzione ha stanziato 125,8 miliardi di investimenti per le infrastrutture e nel 2005 51miliardi erano già cantierati. La legge obiettivo era una legge essenziale per lo sviluppo del territorio e non una vergogna. In 15 anni la legge obiettivo ha realizzato solo il 15% del suo programma iniziale: è falso”: è un estratto dell’intervento in Parlamento del Vice Presidente del Gruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, il Senatore Massimo Mallegni in merito alla mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Toninelli.
“Ministro – ha detto – evito di fare i riferimenti delle sue gaffe. Le barzellette non le fanno più sui Carabinieri, e questo la dice tutta…ma se l’incompetenza fosse reato non la salverebbe nemmeno la giunta di un ottimo presidente come è stato Maurizio Gasparri. Lei sarebbe imputato a vita da questo tipo di reato. Oggi mi divertirò a contare i voti che ci saranno contro la mozione di sfiducia visto che la maggioranza, ieri, ne ha espressi soltanto 153 per salvare il Ministro dell’Interno Salvini e sono stati necessari i nostri voti per evitare che andasse sotto processo. Oggi voglio vedere se saranno più di 153 i voti che salveranno lei. Il suo partito ha fatto mancare i voti a quella maggioranza che avrebbe mandato sotto processo un uomo che ha difeso l’interesse dello Stato”.